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La cosiddetta analisi dei Big Data consiste nell’individuazione di determinate correlazioni, tendenze e modelli che emergono dal trattamento automatizzato (attraverso algoritmi informatici e tecniche avanzate di trattamento dei dati) di ingenti quantità di dati , compresi i dati personali, raccolti da diverse fonti.

Oggi il mercato dei Big Data è assolutamente in crescita, da un lato in quanto la tecnologia e il processo decisionale basato sui dati sono considerati fonti di soluzioni sempre più accettate, dall’altro in quanto i Big Data sono ormai considerati catalizzatori di crescita economica, innovazione e digitalizzazione delle imprese e del mercato.

Ai benefici – che non si limitano al mercato e alle imprese, ma si estendono anche al mondo accademico, al settore pubblicistico – dell’utilizzo dei Big Data fanno da contraltare dei rischi significativi per quanto riguarda la protezione dei diritti fondamentali (il diritto alla privacy, alla protezione dei dati e alla loro sicurezza) nonché della libertà di espressione e di non discriminazione.

Dati o procedure di scarsa qualità alla base dei processi decisionali e degli strumenti analitici potrebbero, infatti, portare ad algoritmi imparziali, errori, col rischio che i dati siano impiegati con modalità discriminatorie e fraudolente, e con la conseguenza che procedure decisionali viziate producano un impatto deleterio sulla vita e sulle opportunità dei cittadini, in particolare dei gruppi emarginati, nonché influenzino negativamente le società e le imprese.

Un uso poco accorto dei Big Data può quindi comportare non solo violazioni dei diritti fondamentali dei singoli, ma anche una disparità di trattamento e una discriminazione indiretta nei confronti di gruppi di persone con caratteristiche simili, in particolare per quanto concerne l’equità e le pari opportunità di accesso all’istruzione e all’occupazione, quando si offre un lavoro alla persona o la si valuta oppure quando si determinano le nuove abitudini di consumo degli utenti dei social media.

In allegato a questo articolo pubblichiamo la Relazione sulle implicazioni dei Big Data per i diritti fondamentali: privacy, protezione dei dati, non discriminazione, sicurezza e attività di contrasto presentata alla Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento Europeo, nella quale, in materia di discriminazione e Big Data si

  • invita la Commissione, gli Stati membri e le autorità di protezione dei dati a individuare e adottare tutte le misure opportune per ridurre al minimo la discriminazione e la mancanza di imparzialità algoritmiche, nonché a sviluppare un solido quadro etico comune per la trasparenza nel trattamento dei dati personali e nel processo decisionale automatizzato, che possa orientare l’utilizzo dei dati e guidare la costante applicazione del diritto dell’Unione;
  • invita la Commissione, gli Stati membri e le autorità di protezione dei dati a valutare specificamente la necessità non solo della trasparenza algoritmica, ma anche della trasparenza sulle possibili distorsioni nei dati di formazione utilizzati per formulare deduzioni sulla base dei Big Data;
  • raccomanda che le imprese conducano valutazioni periodiche del livello di rappresentatività degli insiemi di dati, valutino se essi presentano elementi non imparziali e sviluppino strategie per superare tali problemi; evidenzia la necessità di riesaminare l’accuratezza e la significatività delle previsioni basate sulle analisi dei dati alla luce dell’equità e delle preoccupazioni di ordine etico.

Proposta risoluzione Big Data

 

 

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